Nella pratica clinica Veterinaria le procedure che richiedono Anestesia e Sedazione sono molto più numerose rispetto alla Medicina Umana.
Questo non dipende tanto dal fatto che in Veterinaria le procedure cliniche o chirurgiche siano più dolorose o invasive, ma prima di tutto dal paziente.
Si può spiegare ad una persona che dovrà essere sottoposta ad un’indagine clinica fastidiosa o con una minima quota di dolore associato, in modo che questa partecipi, comprendendo i vantaggi derivanti dalla possibilità di non usare anestetici e la necessità della procedura (la classica frase “adesso sentirà un pizzico o un po’ di dolore, non si preoccupi e non si muova”). Con i nostri Pazienti questo purtroppo non è possibile e spesso è molto meglio ricorrere a farmaci che riducano o aboliscano completamente la coscienza, sia per noi Clinici che per l’animale, in cui lo stress associato alla procedura sarà minimo se non nullo.
Qualsiasi anestesia o sedazione espone il Paziente ad un certo grado di rischio, il rischio che possa accadere qualcosa di imprevisto e che, nei casi più gravi, possa mettere a repentaglio la salute dell’animale.
Proprio per questa ragione è fondamentale avere informazioni cliniche sul Paziente prima di dover somministrare qualsiasi farmaco, in modo da sapere quali possano risultare più sicuri e quali accortezze sia necessario adottare.
Nell’immaginario collettivo (per i non addetti ai lavori) anestetizzare o sedare un Paziente a rischio, come ad esempio un animale anziano o malato, vuol dire per forza metterlo a rischio di vita…ebbene le cose non stanno esattamente così.
Tecnicamente esistono davvero pochi Pazienti in cui il rischio anestesiologico sia talmente alto da indurre l’Anestesista a non procedere; in tutti gli altri, dopo una attenta valutazione clinica (visita clinica, esami del sangue e delle urine, valutazione della funzionalità cardiaca ecc.) con le attuali tecnologie ed una gamma ampia di farmaci e tecniche, siamo in grado di scegliere il protocollo a minore impatto possibile, salvaguardando la salute dei nostri animali.
Il motivo per cui un animale anziano è definito come più a rischio, relativamente all’anestesia, è che è probabile che al momento della procedura sia malato o che gli organi più sensibili all’azione degli anestetici non siano più “in forma” come quando era giovane.
Francesco Santoro, DVM, Specialista in Clinica e Patologia degli Animali d’affezione, Rimini.